Il potere delle community
Dopo anni di monopolio social stanno tornando prepotentemente le community online, in questo articolo vedremo come funzionano, come costruirle e perché è importante farne parte, specie in ottica Web3.
Il potere delle community online, perché stiamo assistendo al loro grande ritorno
Il potere della rete tra web1, web2 e web3
Da quando è nata Internet si sa che il potere più grande della rete è quello di poter connettere persone lontane tra loro con interessi, desideri e volontà simili. Se negli ultimi anni (web2 2005-2020) questo potere è stato imbrigliato dai colossi big tech per ridurlo al giogo del digital marketing e dei loro fatturati il web3 può porre di nuovo al centro l'attenzione ad uno genuino scambio tra le persone concretizzando le aspettative dei pionieri del web1 (1990-2005) quando Internet era anche un posto dove si poteva sognare di cambiare il mondo.
La grande esplosione delle community online di questi ultimi mesi ricorda il grande boom di fine anni 90 dei forum online, le piattaforme per ospitare una community ormai sono molteplici e vedremo come costruirne una sia alla base di ogni possibile progetto di un digital creator.
Capire le community con l'aiuto dell'antropologia culturale
Per capire come funzionino le community dobbiamo prendere spunto dall'antropologia culturale. La nostra esistenza nel mondo virtuale ha trasformato l'antropologia culturale consentendoci di esplorare un nuovo piano della natura umana e della cultura umana. La nostra rete di connessioni personali, i social network, possono dire molto ai ricercatori sui nostri valori e idee. Gli antropologi sono da tempo interessati ai social network perché le famiglie, le amicizie e le comunità sono la spina dorsale delle esperienze personali e della nostra cultura condivisa.
Dagli amici di facebook ai followers di Instagram ai collegamenti di Linkedin
I social network non sono più collegati solo alle persone con cui abbiamo avuto contatti diretti nel mondo reale com'era nella loro prima fase quando abbiamo assistito al boom di Facebook. L'era digitale del web2 ha creato reti sociali virtuali che ci consentono di connetterci oltre le barriere fisiche e ci ritroviamo a costruire o coltivare amicizie in luoghi remoti e con persone che non abbiamo incontrato e che potremmo non incontrare mai.
Nello specifico negli ultimi anni siamo passati dagli amici di Facebook ai followers di Instagram (ed ora di TikTok), tuttavia la dopamina da like e follow e l'ascesa di influencer di dubbio gusto sta aprendo la strada ad un altro cambiamento. Infatti la direzione qualitativa e che va nella direzione della costruzione della community probabilmente sono i collegamenti di Linkedin ovvero una rete di contatti che possa esserci di arricchimento e supporto. Linkedin stessa ha abolito la qualifica di Influencer della piattaforma a favore di quella di Top Voice, verso più una accezione di competenza e condivisione del proprio sapere.
Questo aggiunge una nuova dimensione allo studio delle relazioni e al modo in cui le persone interagiscono. Alcuni antropologi chiamano questa nuova ed emergente area di ricerca "cyberantropologia".
Alcuni antropologi culturali stanno esplorando attivamente se e come le relazioni virtuali siano diverse dalle relazioni faccia a faccia. L'antropologo evoluzionista Robin Dunbar suggerisce che gli esseri umani sono in grado di mantenere circa 150 relazioni sociali. Oltre a ciò, qualcosa è perso. La ricerca di Dunbar ha chiare applicazioni per il posto di lavoro poiché le grandi aziende lavorano per sviluppare un senso di comunità tra i dipendenti. Questo numero ci fa anche riflettere più a fondo su cosa significa avere sino a 5.000 amici su Facebook o 10.000 follower su Instagram.
Possiamo identificare nei gruppi e nelle community online alcuni sottogruppi divisi in maniera piramidale:
I leaders o founders - I leader delle community sono frequentemente i fondatori del gruppo attorno a cui si crea le community, spesso i primi membri sono contatti diretti dei fondatori
I co-owners, ovvero il core team - Il core team emerge quando si inizia a gestire il gruppo in maniera più strutturata e si iniziano a fare attività di moderazione dei contenuti e di
I creators - I creators rientrano nel gruppo degli utenti attivi, solitamente sono partecipi giornalmente alle discussioni, offrono spunti di discussione e creano anche contenuti ad hoc per la community.
I partecipanti - Cioè coloro che partecipano alla community ma in maniera passiva, usufruiscono solamente dei contenuti generati al suo interno.
I followers - Cioè coloro che si iscrivono alla community ma poi non vi partecipano o la seguono in maniera saltuaria.
All'esterno di questa cerchia ci sono i consumatori se parliamo di una community legata a un prodotto o un servizio e naturalmente il target di riferimento a cui può interessare la community.
Cosa rende una community di successo?
Il successo di una community online è il risultato di un equilibrio tra le esigenze dei membri membri e le esigenze del gruppo, un aspetto fondamentale è l'aspetto identitario.
Se vuoi che la tua community online abbia successo, devi creare uno spazio in cui le persone si sentano al sicuro, accettate e libere di esprimersi. È inoltre necessario offrire ai membri opportunità di interazioni significative con altri membri e con i leader del gruppo.
Il successo di una comunità online dipende in gran parte da quanto bene soddisfa le esigenze dei suoi membri. Se queste esigenze non vengono soddisfatte, allora ci sono poche possibilità che una comunità abbia successo in modo significativo.
Il decalogo di un buon community builder o community manager
Il Community management, se valorizzato, può davvero fare la differenza. È importante, in questa direzione, “accorciare le distanze” con gli utenti cercando di farli sentire all’interno di uno spazio confortevole dove esistono regole, visioni e interessi comuni.
Definisci il tuo pubblico e identificalo
Fissa degli obiettivi di lungo periodo
Imposta una strategia coerente
Usa linee guida chiare e precise
Scegli il tone of voice da utilizzare
Cerca di coinvolgere le persone
Fai rispettare le regole
Ascolta i membri e sii attento alle loro esigenze
Previeni situazioni di crisi
Valorizza i feedback degli utenti
Oltre a queste regole sono utili anche dei consigli come quello di creare dinamiche di gamification per avere maggior interazione e engagement da parte dei membri.
10 Tool per costruire community
Discord - Sicuramente Discord è uno dei tool preferiti per quanto riguarda la creazione di community e gruppi, i punti di forza di Discord sono l'alta stabilità della piattaforma, server gratuiti per gli utenti e strumenti ad hoc, oltre alla grande flessibilità delle opzioni e la possibilità di creare i propri server e ospitare canali privati, protetti da password o pubblici all'interno dei server.
Slack - Slack è l'applicazione principe quando si parla di community orientate al Business, se si sceglie Slack è per la sua grande ricchezza di app e strumenti aggiuntivi e anche per sfruttare uno strumento solitamente ben conosciuto dalla possibile utenza della community.
Telegram - Diversamente da Whatsapp negli ultimi tempi Telegram è migliorato a vista d'occhio, e si candida a diventare il rivale occidentale di WeChat creando una esperienza d'uso fantastica grazie a bot, canali e supergruppi. Con l'aggiornamento uscito in questi giorni Telegram consente ai gruppi di divenire il corrispettivo moderno dei vecchi forum online. Telegram è l'ideale per una esperienza d'uso immediata e snella specialmente se alla community si vuole collegare un canale o tenere all'interno delle live.
Gruppi Facebook / Gruppi Linkedin - Se il pubblico che vogliamo intercettare è già su queste piattaforme creare un gruppo direttamente qui è la maniera più semplice per riempire sin da subito la community con membri abituati già alle dinamiche di questi social garantendosi così maggior engagement sin dall'inizio.
Reddit - Reddit consente agli utenti di creare "community", precedentemente note come "subreddit". Funzionalmente, una community Reddit ha molte delle stesse funzionalità dei migliori strumenti per creare community incluso un forum di discussione interattivo. Gli utenti possono creare post, commentare e ricevere notifiche. Possono anche votare i loro post o commenti preferiti. Reddit inoltre è un buon luogo se si punta a una community internazionale e costruita dal basso.
Circle - Circle è una piattaforma che consente di creare delle community whitelabel altamente customizzabili, in questo settore è considerata leader di mercato, nonostante il fatto che a differenza di diversi competitor non abbia ancora un'app dedicata.
Discourse - Discourse è la piattaforma di discussione open source al 100% costruita per il prossimo decennio di Internet. Secondo i founder "Discourse è un riavvio da zero, un tentativo di reimmaginare quello che dovrebbe essere oggi un moderno forum di discussione su Internet , in un mondo di smartphone, tablet, Facebook e Twitter onnipresenti".
Mighty Pro - Mighy Pro si pone come una piattaforma che aiuta i creators a creare la propria community, una verticalità che lo fa preferire ad altri e la possibilità di creare community attorno alla formazione degli utenti.
Heartbeat - Heartbeat è una valida alternativa a Circle con una interfaccia molto simile, a differenza di Circle ha un'app proprietaria, da segnalare il fatto che era presente su Appsumo qualche mese fa in licenza lifetime, da tenere d'occhio!
Kajabi - Kajabi è una alternativa a Mighty Pro e consente di creare una community attorno a un progetto formativo o a un podcast, recentemente ha acquisito un valido competitor come Vibely molto orientato sulla gestione delle video call e delle live.
I Brand, la Tokenomics ed il futuro delle community
Entrare a far parte di una comunità è spesso visto come una tattica di marketing, ma è molto di più. Le community sono una parte essenziale dell'ecosistema dei social media. Forniscono supporto e guida ai loro membri e possono aiutarli nella loro crescita personale.
Per i brand la creazione di una propria community può essere un forte valore aggiunto, in tal senso vanno le iniziative di aziende come Adidas, la quale ha acquisito l'app di Fitness Runtastic per costruire una community legata allo sport. Questo garantisce all'azienda un maggiore tasso di fidelizzazione dei clienti e la possibilità di costruire con una solida tokenomics le basi per un progetto ambizioso nel web3. Nella prossima versione di Internet infatti i brand dovranno capire che guadagneranno quanto più saranno in grado di redistribuire valore ai propri clienti anche con asset come NFT e Token.
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